Relazione tra intervallo QT prolungato e aumento del rischio di fibrillazione atriale


L’anormale ripolarizzazione atriale è importante nello sviluppo della fibrillazione atriale, ma nessuna misura diretta è disponibile in clinica.

Ricercatori dell’UCSF ( University of California San Francisco; Stati Uniti ) hanno cercato di verificare se l'intervallo QT, un marker di ripolarizzazione ventricolare, possa essere utilizzato per prevedere la fibrillazione atriale incidente.

E’ stato esaminato il prolungamento dell'intervallo QT corretto utilizzando la formula di Framingham ( QTFram ) come un predittore di fibrillazione atriale incidente nello studio ARIC ( Atherosclerosis Risk in Communities ).
I dati degli studi Cardiovascular Health Study ( CHS ) e Health, Aging, and Body Composition ( Health ABC ) sono stati utilizzati per la convalida.
Predittori secondari includevano la durata dell'intervallo QT come una variabile continua, un breve intervallo QT, e gli intervalli QT corretti mediante altre formule.

Tra i 14.538 partecipanti allo studio ARIC, un QTFram prolungato era in grado di predire un rischio quasi 2 volte maggiore di fibrillazione atriale ( hazard ratio, HR=2.05; P inferiore a 0.001 ).

Nessuna attenuazione sostanziale è stata osservata dopo aggiustamento per età, razza, sesso, Centro dello studio, indice di massa corporea, ipertensione, diabete mellito, malattia coronarica e scompenso cardiaco.

I risultati sono stati convalidati nello studio CHS e nello studio Health ABC, e non sono risultati dissimili da quelli ottenuti con l’impiego di altri metodi di correzione del QT.

Anche nello studio ARIC, un aumento di 10 ms in QTFram era associato a un aumento, non-aggiustato ( HR=1.14; p inferiore a 0.001 ) e aggiustato ( HR=1.11; p inferiore a 0.001 ), del rischio di fibrillazione atriale.

I risultati relativi a un breve intervallo QT non erano uniformi in tutte le coorti.

In conclusione, un intervallo QT prolungato è associato a un aumentato rischio di fibrillazione atriale incidente. ( Xagena )

Mandyam MC et al, Heart Rhythm 2013; 10: 1562-1568

Cardio2013



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